Il primo posto in classifica, con ampio vantaggio sulle inseguitrici, ha creato non pochi problemi a quella parte di tifoseria sempre pronta a puntare il dito. Ormai era diventata una fastidiosa abitudine risvegliarsi con la città ricoperta da striscioni che attaccavano senza troppi giri di parole la società. Ci si aggrappava al morboso desiderio di vittoria per riportare a caratteri cubitali slogan infantili, che avevano come unico scopo quello di denigrare una società che operava seguendo principi di gestione virtuosa e sostenibile, in contrapposizione a modelli ritenuti “vincenti” e che a loro dire dimostravano, senza dubbio, la volontà di competere ai massimi livelli. La recente vicenda giudiziaria non colorata e i problemi di natura economica palesati da milanesi e romane ci hanno invece riportato l'immagine non edulcorata del calcio italiano e di come oggi il Napoli sia una realtà solida e destinata a durare nel tempo, un unicum tra le big nel panorama nazionale.

Ma la voglia di contestare era troppa, mesi e mesi a covare un risentimento atavico, una serie infinita di vittorie a tarpare il crescente bisogno di riportare su teli bianchi il disprezzo nei confronti della presidenza. E quindi dopo i “3 pacchetti di Kim” e l'invito a lasciare Napoli con restituzione della Panda per mister Spalletti, ecco che con il ritorno della Champions abbiamo assistito alla ricomparsa delle “pezze”, ad esternare un malumore per una polemica che andando ad analizzarla in fondo non aveva motivo di esistere, ma passiamo ai fatti.

Il giorno 7 febbraio alle ore 10 è partita la vendita dei tagliandi per la trasferta di Francoforte secondo le modalità prevista dalla UEFA. In pratica per poter acquistare il biglietto bisognava compilare un modulo online, presente sul sito ufficiale del Napoli che avrebbe generato un codice necessario alla prenotazione del voucher. La premessa doverosa è che i biglietti disponibili erano poco meno di 2.500, il 5% della capienza dello stadio, venduti ad un prezzo di €60 ad insindacabile discrezione del club tedesco.

La compilazione del modulo non dava nessuna garanzia di acquisto, riservato nella prima fase ai soli abbonati e la richiesta era di circa quattro volte superiore allo stock disponibile. I biglietti infatti sono andati sold out nel giro di venti minuti con piu' di ottomila persone in coda sul sito ticketone.

Ecco quindi la polemica, alimentata da chi aveva compilato il modulo, ricevuto il codice, ma che non era riuscito poi ad acquistare il biglietto. Ignorando quanto specificato dalla stessa SSC Napoli attraverso i propri canali ufficiali e cioè che “la compilazione del modulo online non garantisce la prenotazione del voucher, ma è necessaria per procedere all'acquisto sul sito della Ticketone”.

Una comunicazione chiara, che non lasciava spazio ad interpretazioni o fraintendimenti, ma che non ha comunque fermato il rimbalzare isterico di una serie di fantasiose congetture per cui si siano voluti ingannare, qualcuno ci spieghi il motivo, i tifosi.

Ci ha pensato Amedeo Bardelli, responsabile ticketone, a fare chiarezza, spiegando con dovizia di dettagli quanto accaduto. Si è detto arrabbiato per una polemica strumentale e che non aveva motivo di essere, visto che il numero di ticket era inferiore al numero di abbonati e quindi gioco forza non tutti coloro che avevano ottenuto il codice potevano ritenersi sicuri di riuscire ad acquistare il biglietto. Ha poi riferito come siano state tante le persone che si sono messe in fila, virtualmente, pur non avendo né il codice né il diritto di acquistare il biglietto, rallentando di fatto il processo e ingolfando i server già messi a dura prova da una forte richiesta.

In tutta la faccenda poi non bisogna dimenticare i furbetti, quelli cioè che hanno reperito il numero tessera di qualche abbonato e a loro insaputa acquistato il biglietto o tentato di farlo. Diversa la questione dei tour operator che di concerto con la Società e la Questura hanno a disposizione un tot di biglietti riservati per organizzare la trasferta in modo da rendere piu' semplice il processo di vigilanza da parte delle forze dell'ordine che durante certi eventi lavorano in sinergia tra i diversi paesi.

Tutto fin troppo chiaro, lineare, ma a qualcuno evidentemente non va giu' di essere stato tagliato fuori dalla gestione dei biglietti, che in epoche diverse aveva permesso loro di creare un mercato parallelo di vendita con ingenti guadagni e preferisce provare a destabilizzare l'ambiente facendo leva sull'ignoranza di una parte di tifoseria avvezza al condizionamento. Ancora una volta il mondo del tifo organizzato ha voluto dire la sua e lo ha fatto alla sua maniera, con l'atteggiamento di chi crede di meritarsi chissà quale privilegio, dimenticando che per un vero tifoso è l'amore verso la squadra il premio e non un eventuale tornaconto. Da qui l'esposizione vigliacca, nel cuore della notte, di un messaggio “La truffa è l'unica garanzia” che non ha alcuna connessione con i fatti, scritto da chi ha nelle proprie fila pluripregiudicati per fatti gravissimi e che poche settimane fa faceva parlare di se per episodi di brutale violenza come gli scontri in autostrada con i tifosi della Roma.

Da sostenitori azzurri non ci sentiamo rappresentati da certi elementi e non accettiamo men che meno di essere associati alle loro battaglie contro una società che andrebbe solo sostenuta e apprezzata per la capacità di aver dato lustro e considerazione ad una squadra che appena venti anni fa rischiava di sparire dal calcio che conta, dopo anni di mortificazioni in campo. Il Napoli è di tutti coloro che lo amano incondizionatamente e non di chi pensa di esercitare la propria influenza in maniera prevaricatrice e violenta.