Altro giro, altro scandalo. Non c'è stagione che la Serie A non venga bersagliata da problemi di tutt'altra natura, fuorché sportiva. Dopo i disastri della nazionale, dopo calciopoli, dopo le più recenti plusvalenze e il brand Juventus perfettamente salvaguardato dal custode Gabriele Gravina, sul nostro campionato si abbatte anche la scure delle scommesse. Coinvolti, al momento, Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo.

Quest'ultimo, stando a quanto riportato dall'ANSA, appena inserito nel registro degli indagati dalla Procura di Torino per esercizio abusivo di attività da giuoco o di scommesse. Insomma, in Italia ce n’è per tutti i gusti. Non ci facciamo mancare niente e ogni momento è quello buono per tirare fuori qualche scheletro dagli armadi. Ma il problema che più tiene in apprensione i massimi organi del nostro calcio è la pirateria. Se questo è il vostro cruccio vi daremo man forte, saremo addirittura corsari: perché continueremo a rimarcare quanto dannosa sia questa gestione del calcio italiano. La pirateria è divenuta la mano dietro la quale si nasconde la Luna. Probabilmente, l'unico problema che il nostro calcio cerca di arginare perché necessita di una supplementare sopravvivenza. Darne respiro. Il resto si cerca di farlo passare in cavalleria.

Non vedo, non sento, non parlo

Ci sono diritti da vendere e nessuno vuole comprarli alle cifra richieste. Se il loro più grande problema è la pirateria, allora, i vertici del nostro calcio sono un po' come i Gorosei in One Piece: determinati a debellare il fenomeno, comandando e traendo profitto dal proprio regno.

Il nostro calcio cade a pezzi. Anzi, è già caduto a pezzi. A rimetterci sono i club e, con loro, i milioni di appassionati e tifosi che si avvelenano ogni weekend per questo meraviglioso sport gestito a mo’ di carrozzone. Sono proprio i club a dover chiedere, però, le teste di chi lo comanda. Sono i Presidenti a dover alzare la voce e pretendere che Gravina e soci prendano la vita di casa, abbandonando le poltrone sulle quali stanno fin troppo comodi da anni e nulla fanno per migliorare la situazione. Sono i presidenti, e non giornalisti o tifosi, a doverne richiedere la rimozione. Fino a quel momento, non ci resta che assistere agli ultimi barlumi di quello che fu una volta il calcio in Italia. Una decadenza morale, prima ancora che sportiva.

La Serie A si sta avvicinando all'ora del proprio funerale e Gravina è il becchino che sta scavando la fossa. Consapevolmente, come nulla fosse, mentre si affanna a nascondere la polvere sotto ai tappeti di casa perché c'è necessità di vendere il prodotto e farlo apparire per ciò che non è affatto. Ma non ci sta riuscendo, Gravina. L'Europa e il mondo sanno del marcio che circola da questi parti. Ed è per questo che nessuno compra. Nessuno vuole investire. I suoi sforzi di coprire e apparare non stanno funzionando.

E meno male, perché è soltanto fallendo che riusciremo a liberarci dai tiranni che tengono in catene il calcio italiano. E quindi, evviva la pirateria. Evviva le scommesse. Evviva le plusvalenze. Evviva calciopoli. Evviva le truffe, i falsi in bilancio. Evviva ogni illecito possibile. Vi meritate questo e tanto altro, carissimi Gorosei del nostro calcio. Noi restiamo qui e osserviamo, in attesa che arrivi il nostro Nika a liberarci.