Nicola Gratteri ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Kiss Kiss, tra i temi trattati quello delle droghe, della politica e della criminalità organizzata:

Si è mai sentito tradito dallo Stato?

“No, non aspetto che mi arrivi qualcosa. Quando avevo 16 anni ho fatto la mia prima radio privata”.

Si è mai sentito deluso dallo Stato, come quando doveva diventare ministro con Renzi?

“Quando dovevo diventare ministro chiesi carta bianca a Delrio e lui mi rassicuró. Dopodiché però Napolitano disse a Delrio che ero un magistrato troppo caratterizzato”.

Che idea si è fatto?

“Napolitano ha avuto suggerimenti da persone influenti che lo hanno convinto a non farmi ministro. Sicuramente lui non poteva conoscermi, è stato convinto da qualcuno”.

La mafia si è evoluta con la tecnologia…

“Ora non si spara. Riina è stato uno stolto, non è stato uno stratega. Il capo deve saper portare chi ha dietro e Riina non l’ha fatto. La Ndrangheta per esempio non ha fatto questo, tanto che i mafiosi più volte hanno chiesto ausilio alla Ndrangheta, ma la mafia calabrese ha rifiutato l’appoggio. E per questo ha avuto campo libero.

La Ndrangheta ha avuto una narrazione a favore perché è stata descritta come “mafia di pastori”, ma già nel 1969 per esempio molti dei capi-clan avevano rapporti con logge massoniche molto potenti. La Ndrangheta ha pensato e pensa tutt’ora che uno sconto di pena si può sempre avere e quindi ha sempre ritenuto di non andare ad affrontare lo Stato”.

C’è stato un momento in cui le hanno provato a fare tre attentati, come si vive in quei momenti?

“Cercavo di stare più attento, limitando il più possibile i movimenti, spesso dormivo in caserma”.

Secondo lei quale è stato il più grande errore della Ndrangheta?

“La strage di Duisburg fu un grande errore della Ndrangheta, ma fu dovuto ad una faida. Quando ci sono le faide le regole saltano, come quando si rompe una costola di una loggia massonica. In questi casi comanda solo il sangue, non altro. Dopodiché venne istituito un termoregolatore, un soggetto terzo che doveva dirimere i nuovi potenziali conflitti in Europa. La Ndrangheta è presente in tutto il mondo e domina il traffico delle droghe nel globo. La Ndrangheta ormai non uccide più, ha così tanti soldi per poter corrompere chiunque”.

La gestione dei fondi del PNRR può essere preoccupante per la giustizia italiana?

“Purtroppo i governi degli ultimi decenni non ha investito in istruzione che implicherebbe una distrazione per i ragazzi anche nel pomeriggio anche per evitare che così i ragazzi figli mafiosi si stia lontano da brutti esempi. Noi abbiamo bisogno di una scuola con insegnanti preparati, direi che i genitori possono interferire molto nella scuola, ma questo non va bene. Mediamente i genitori sono arroganti,ignoranti e scostumati e spesso parlano a sproposito. I genitori dovrebbero intervenire solo se vi è un insegnate ignorante o peggio pedofilo”.

Il male peggiore degli anni 2000 per i giovani è la cocaina?

“Tutte le droghe leggere sono dannose. La marijuana di oggi non è quella del 1969 perché il THC( il principio attivo) è dieci volte più forte”.

È favorevole alla liberalizzazione?

“Contrario e spiego perché. I tossicodipendenti hanno tutti iniziato con la marijuana e lo possono dire i tossici che si trovano in comunità. Tutto nasce dalle cosiddette “droghe leggere”. Se legalizziamo le droghe leggere impoveriamo di poco le mafie, il vero business è la cocaina che non può essere legalizzata.

In questi tempi stanno creando le droghe sintetiche come la “droga degli zombie” a base di Ventaril, tanto che è stato il secondo punto dell’incontro tra Xi Jinping e Biden. Sarà un problema immediato di enorme importanza per il futuro”.

Le mafie usano i social?

“La camorra è la mafia più social. Prima era Facebook, adesso usano molto Tik Tok per pubblicizzarsi e se un ragazzo non è ben strutturato cade nel tranello. Ma questo è un tranello mortale perché alla fine molto spesso vengono arrestati gli esecutori materiali e non i capi. Nel secolo scorso la mafia utilizzava molto il calcio comprando la squadra del paese, ora si arriva con il Tik Tok”.

Che credibilità hanno i magistrati adesso?

“Purtroppo ai minimi storici, nel caso Palamara per esempio Mattarella doveva avere il coraggio di rifondare il CSM, ma questo non è stato fatto. Ci sono momenti storici in cui l’opinione pubblica va guidata. Ed in quel momento non risultammo credibili, dovremmo essere più duri con noi stessi”.