Vorremmo poter raccontare di una vittoria su un campo così prestigioso. Che sia Manchester, che sia Parigi, che sia Liverpool, che sia Barcellona o Madrid.
E non parlare del solito a testa alta quando si esce sconfitti. Qualche volta il Napoli ha strappato un punto, ma non è mai andato oltre quello. Eppure è in Europa ininterrottamente da oltre 10 anni.

Significa quindi che il club di Aurelio De Laurentiis ha conquistato tanta esperienza per poter dire la sua in una gara di spessore. Lontano dal Maradona. Invece siamo ancora a scrivere di un buon Napoli ma che nulla ha potuto contro Bellingham e soci.

Ostaggio del Real Madrid. Nel senso che ogniqualvolta i blancos volevano accelerare, lo facevano. Han comandato la partita per tutti i 90 minuti e solo i disattenti possono parlare di sfortuna, di papera, di Marte o di Giove.

La realtà è che il Real Madrid, nonostante sia il Real Madrid, ha fatto in 180 minuti quello che doveva fare il Napoli. E cioè mordere le caviglie, fare falli tattici, tirare le maglie, entrare duro, contestare ogni minima scelta arbitrale. Finanche una rimessa laterale. Invece no. I nostri centrocampisti han permesso di essere sistematicamente saltati dai calciatori dell'ex Ancelotti, senza dare minimamente segno di resistenza o di (ri)aggressione.

Tutto questo si è tramutata nell'ennesima occasione da cui è nato il gol del 3 a 2. Perché quando il Napoli provava ad attaccare, i padroni di casa in un modo o in un altro non lo permettevano.

Capiamo perfettamente che tutto questo non rientra minimamente nelle caratteristiche dei calciatori del Napoli e nemmeno nella loro filosofia. Ma a meno che non si ha una tecnica di base totalmente smisurata (vedi Manchester City), il Napoli un pó deve snaturarsi. Non sempre. Anzi, quasi mai.

Ma se giochi al Bernabeu, e non sei una debuttante, devi ben capire cosa fare, soprattutto quando la condizione fisica viene un pó a calare. Ma se vediamo Cajuste, appena entrato, come fa girare e poi tirare il baby madrileno, le domande sono molteplici.

Ricordiamo che il Napoli è campione d’Italia. Ha anzi dominato il campionato. Non può andare più a Madrid ed essere in balia degli avversari.

È tempo di abbandonare il "testa alta" e passare al bottino pieno. Siamo anche fuori tempo massimo, viste la quantità di partecipazioni e le velleità azzurre.
Velleità che restano invariate. Ma la condizione mentale, soprattutto, deve arrivare ad uno step successivo soprattutto in calciatori che hanno il desiderio di vedere il loro stipendio quadruplicato.

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