Buona la prima per il Napoli di Garcia, 1-3 in favore dei campioni d’Italia al Benito Stirpe sul Frosinone di Di Francesco, che su tre tentativi, trova la terza sconfitta all’esordio stagionale in Serie A, Napoli che invece c’entra la quinta vittoria su cinque confronti diretti con i ciociari nella massima serie. Così come i partenopei, anche il capocannoniere della stagione 2022/23 riprende da dove aveva lasciato, doppietta per Victor Osimhen, che vale anche 3 punti, i primi della stagione dei partenopei.

Frosinone Napoli, lo schieramento tattico 

Il Frosinone scende in campo con un 433, in porta Turati, difesa composta sugli esterni da Oyono a destra e Marchizza a sinistra, la coppia centrale formata da Monterisi e S. Romagnoli; a centrocampo Gelli e Harroui sulle mezz’ali con Mazzitelli in regia; sugli esterni offensivi Caso a sinistra e Baez a destra, Cuni al centro dell’attacco. In fase di possesso la squadra passa al centrocampo a 2, con Gelli che affianca come secondo play Mazzitelli, Harroui copre la trequarti a sinistra allargandosi con Caso che stringe andando quasi a giocare da prima punta; grande spinta anche degli esterni difensivi, in particolare sulla sinistra con Marchizza. In fase difensiva Di Francesco passa al 451, esterni d’attacco che si abbassano sulla linea di centrocampo con l’unico riferimento offensivo rappresentato da Cuni, squadra inoltre molto bassa (41m) e che cerca di chiudere le linee di passaggio facendo grande densità al centro con una larghezza in fase di non possesso di 34m.

Anche Garcia conferma le previsioni della vigilia sullo schieramento in campo, 433 per gli azzurri, tra i pali Meret, Di Lorenzo e Olivera sugli esterni, Juan Jesus e Rrahmani come coppia centrale; a centrocampo assenza pesante quella di Anguissa, al suo posto a sorpresa subito dentro Cajuste, Zielinski e Lobotka a completare il reparto; sugli esterni offensivi Politano e Raspadori in campo visti i problemi di Kvaratskhelia e la febbre dell’ultimo minuto di Hirving Lozano, al centro Victor Osimhen. In fase di possesso squadra molto alta (60m) ma sempre attenta a non allungarsi e sfruttare le corsie centrali (31m la lunghezza media), curiosa la scelta di affidare l’impostazione alla coppia centrale di difesa, deresponsabilizzando Lobotka e cercando di andare maggiormente e più velocemente sulle due mezz’ali; in avanti Politano molto largo a destra mentre al contrario Raspadori parte da sinistra ma gioca prevalentemente al centro da seconda punta dietro Osimhen. In fase di non possesso 4141 per Garcia, Lobotka davanti la difesa, la coppia Cajuste-Politano più conservativa mentre dall’altro lato Raspadori-Zielinski maggiormente avanzati pronti a sfruttare eventuali ripartenze.

I numeri e l’analisi di Frosinone Napoli

La partita parte nel peggiore dei modi per gli ospiti, il vantaggio interno infatti arriva dopo appena 7 minuti con il rigore di Harroui, dopo il fallo commesso dal nuovo arrivato Cajuste da situazione di calcio d’angolo, il Napoli però riesce a ribaltarla prima del rientro negli spogliatoi tra le due frazioni di gioco, con Politano prima, e Osimhen poi, nel secondo tempo è proprio il nigeriano a chiudere i conti con la doppietta personale, condita da due grandi giocate del capitano Giovanni Di Lorenzo.

Prima frazione che ha visto un Napoli statico, una squadra sulle gambe che ha bisogno di tempo, visti gli importanti carichi di lavoro in ritiro, per tornare a viaggiare alla propria velocità, il Frosinone né approfitta mettendo in campo grinta e aggressività, chiudendo i primi 45’ con più occasioni create e con un dato superiore agli avversari anche per quanto riguarda gli xG (0.88), 50% inoltre il possesso palla. Nella ripresa i partenopei cambiano marcia, 11 le conclusioni, 5 in porta, 2 occasioni create da gol, 53% il possesso palla con il 90% di precisione (229 passaggi riusciti), 0.79 il dato sugli xG, praticamente nullo quello dei gialloblù (0.03) nel secondo tempo.

Ci sono due fattori da evidenziare nella difficoltà iniziale del Napoli, il primo riguarda sicuramente l’aspetto fisico che unito a quello psicologico del rigore subito dopo pochi minuti ha destabilizzato un po’ la squadra che ha fatto fatica a trovare immediatamente lucidità, la lunghezza tra i reparti ha fatto in modo che la partita vivesse di strappi e che non ci fosse effettivamente una vera e propria continuità dal punto di vista tattico; l’altro aspetto riguarda sicuramente l’esordio non proprio da ricordare di Cajuste, vietato (e assolutamente sbagliato) dare sentenze, ma è evidente che ha bisogno di tempo per integrarsi in un meccanismo come quello di Rudi Garcia, molto in difficoltà nel farsi trovare libero tra le linee, con appena 18 palloni toccati e 9 passaggi riusciti, e troppe volte a vuoto sulle uscite palla al piede del Frosinone, costretto infatti a 3 falli in appena 45’ di gioco, 50% i contrasti vinti (4), all’ingresso di Anguissa in campo infatti, la partita ha subito una svolta, la sua fisicità e il tempismo nell’uscire senza palla in pressing sulle linee avversarie ne fanno un giocatore di peso assoluto in questa squadra, 49 i palloni toccati con il 90.5% di precisione e 1 passaggio chiave, 5 inoltre i contrasti vinti (su 6).

Novità da tener conto e da analizzare, cercando di capire poi se sarà un trend o una strategia da centellinare, l’utilizzo atipico di Lobotka in correlazione con i due centrali di difesa, sicuramente salta all’occhio soprattutto conoscendo l’avversario e il tipo di partita, il dato sul possesso palla (50%), inferiore alla media della squadra lo scorso anno (61%), questo deriva dall’utilizzo del numero 68 che ha toccato meno palloni (68) di quanti ne gioca abitualmente, ma soprattutto li ha giocati presso più sulla zona destra del campo allargandosi davanti la difesa, difatti ha chiuso con 0 passaggi chiave in 89 minuti, ma è curiosa la scelta proprio per la responsabilità affidata ai due centrali che hanno giocato gran parte del match sulla linea di metà campo, ed entrambi hanno toccato gli stessi (Juan Jesus con 68) o più (Rrahmani con 84) palloni del regista slovacco, Garcia non è nuovo a questo tipo di situazioni, il dato che lo conferma è relativo ai passaggi riusciti (422), ben al di sotto della media della scorsa stagione (527), in ogni squadra allenata infatti ha preteso maggiore verticalità e libertà in avanti da parte dei singoli con meno fraseggio sulla metà campo, come confermato anche da lui nel post partita (“Lobotka è un maestro, ma ci servono anche altre doti”). In questa situazione tattica Zielinski è sicuramente un giocatore importante, tra i migliori in campo il polacco ha agito per lo più sulla trequarti sinistra ricevendo spesso proprio dai due centrali difensivi, il numero 20 considerato fondamentale da Garcia è quel giocatore in grado di dare proprio quella verticalità cercata dal mister con le sue progressioni palla al piede o movimenti senza palla ad aprire linee di passaggio, per lui 90’ in campo, 60 i palloni toccati (83.3% di precisione)e 5 i passaggi chiave con 3 conclusioni verso la porta.

La differenza comunque, l’ha fatta la catena di destra, il Napoli infatti ha costruito maggiormente da quel lato di campo, con Di Lorenzo e Politano a scambiarsi posizione, andando a turno dentro al campo o sovrapponendosi per andare al cross dal fondo, e proprio questa situazione ha sbloccato la partita, ennesima prova da ricordare per il numero 22 con 2 assist, 62 tocchi, 90.9% di precisione e 5 passaggi chiave, 50% i contrasti vinti. 

Nota di merito per l’ex Sassuolo, Giacomo Raspadori, giocatore di qualità che l’anno scorso ha trovato poco spazio ma la sensazione è che con questi continui stravolgimenti tattici nel corso del match la sua duttilità può essere fondamentale soprattutto alla lunga, meno brillante quando gioca sull’esterno, ma quando rientra e va a prendersi il posto di seconda punta dietro ad Osimhen fa la differenza, i suoi cambi di passo e la sua visione ne fanno il giocatore perfetto per Garcia, che in carriera ha sempre premiato questa tipologia di calciatore, in grado sia di creare sulla trequarti e sia con grande senso della posizione di tagliare dentro l’area per andare alla conclusione, per lui in questo esordio di campionato 2 passaggi chiave, 43 tocchi, 24 passaggi riusciti e 3 contrasti vinti (50%).

Il Man of the match di Frosinone Napoli 

Riparte da dove ci aveva lasciati, doppietta per un affamato Victor Osimhen che dopo lo scudetto e il titolo di capocannoniere non ha nessuna voglia di fermarsi, il giocatore sembra crescere stagione dopo stagione, e il suo peso è dimostrato da partite come queste, in cui pur non brillando (come confermato anche da Garcia post match) riesce comunque a fare la differenza per se e per la squadra, il primo gol è una perla, il secondo è da grande attaccante in grado di muoversi con i tempi giusti sulla linea del fuorigioco e chiudere la partita, freddissimo davanti la porta. Per quanto riguarda la partecipazione in manovra e senza palla si può migliorare, appena 18 palloni toccati, 4 passaggi riusciti e 1 possesso vinto in zona offensiva, ma ce lo si poteva aspettare alla prima di campionato, la cosa che conta è che Osimhen è tornato con grinta e cattiveria, e con lui anche il Napoli.