Dopo la spinta emotiva di Bergamo, il Napoli è tornato sui suoi passi. La scossa Mazzarri ha esaurito la sua energia e conferma che sono i calciatori quelli che decidono le sorti degli allenatori. L'errore da inizio anno è stato quello di credere che Rudi Garcia fosse l'unico colpevole. Fornendo un ulteriore periodo di flessione mentale a Kvaratskhelia e soci.

Nel primo tempo, il Napoli fa la partita più dell'Inter. Ma la sbloccano i nerazzurri nel momento più infame per sbloccare una partita tesa: prima di andare negli spogliatoi. Tra l'altro, con una ripartenza iniziata con fallo di Lautaro che trattiene Lobotka, sotto gli occhi di un troppo vicino Massa.

Il Napoli fa la partita dicevamo. Al netto di un Kvaratskhelia troppo opaco. Troppo opaco anche rispetto all'alibi della mancanza di un terzino di ruolo alle sue spalle. Dopo il bacio a Mazzarri il georgiano non ha più inciso. Agli azzurri non girano bene gli episodi, ma non è una novità.

Gli azzurri hanno ricominciato a pressare in alto. I nerazzurri accettano la challenge e sbagliano poco in uscita. Quando lo fanno, i partenopei fanno male tra le linee, con Elmas che impegna dalla distanza Sommer e con Politano che fa vibrare la traversa. In attacco Osimhen si sbatte, ma è lontano parente dell'ottavo calciatore al mondo. Così come Anguissa che resta nel limbo come da inizio stagione.

Quest'anno ogni volta che il destino avrebbe potuto dare una mano, si è sistematicamente voltato dall'altra parte fischiettando. Come poco prima dell'ora di gioco, quando a Osimhen non viene concesso un rigore dopo essere stato travolto da Acerbi. Tre minuti dopo raddoppia l'Inter.

Il Napoli esce dal campo e non offende mai i nerazzurri. Tra l'altro riempendo la partita con un fair play quasi commovente. L'Inter ringrazia e fa il terzo. Il Napoli non riesce neanche a immaginare di rientrare in corsa per lo scudetto. E per quanto fatto da inizio anno, non lo avrebbe meritato.

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