Marco Fassone, dirigente sportivo ed ex direttore generale del Napoli, è intervenuto a Radio CRC nel corso della trasmissione “Si Gonfia la Rete”. Queste le sue parole: “Il calcio si sposta in Arabia Saudita? Non è da oggi, è un processo nato più di vent’anni fa. Il calcio si è trasformato in società con fini di lucro e si sono modificati alcuni stereotipi. Prima i ricavi arrivavano prevalentemente dal botteghino. I grandi club cercano da anni soluzioni ai ricavi stagnanti, quindi così cercano spazi in mercati che possano dare di più come fa l’NBA per esempio".

Poi ha aggiunto: "Mea culpa di De Laurentiis? Gesto da uomo intelligente che conosce il calcio. Credo l’abbia fatto per una somma di fattori. Sa che incarna il Napoli, le decisioni sono abbastanza centralizzate intorno a lui. Il condottiero sapeva che era il caso di intervenire dopo aver cambiato l’allenatore e dopo le prime partite difficilissime che non sono andate bene. Ha fatto questo gesto per togliere responsabilità agli altri e dare serenità". 

Quindi ha proseguito: "La corsa al quarto posto? Non escluderei il Napoli dalla lotta per la Champions League in cui ci sono squadre con problemi. Spero che Mazzarri trovi la quadra, non sono così convinto che gli acquisti di gennaio possano dare subito un contributo perché il mercato invernale è particolare, ma credo che la squadra sia competitiva e per il quarto posto se la giocherà fino in fondo".

Infine ha concluso: "Il cambio modulo? Io credo che al mister questa soluzione risulti più congeniale. Somiglia molto alla squadra che avevamo noi dal 2010 al 2012. La predisposizione a giocare con quel modulo sembra molto simile. Anche se Mazzarri ha detto che non esclude il 4-3-3. A me è piaciuto molto lo spirito del Napoli delle partite di Supercoppa. Ha giocato da Napoli con grande convinzione pur facendo fronte alle difficoltà di organico e rosa. Mi è piaciuto lo spirito di questo Napoli, lo vedo bene, più in salute e più convinto dei propri mezzi che beneficerà del rientro dei suoi giocatori più importanti dall’Africa. Un po’ di luce in fondo la vedo e credo che buona parte del merito sia dell’allenatore”.