La notizia del giorno è che Walter Mazzarri è sulla graticola. Tutto giusto, lo dicono i numeri. Il ritorno del tecnico di San Vincenzo è stato un errore grossolano, ed i più attenti lo hanno ampiamente previsto. Errore che, per quanto possibile, ha superato per distacco quello di Rudi Garcia a giugno. Non entreremo nella questione dei numeri perché sono già stati snocciolati.

La graticola, dicevamo. E a cosa servirà un altro esonero e, di conseguenza, il terzo allenatore in corsa, soprattutto dopo aver visto che fine faremo col Barcellona agli ottavi Champions?

Gli errori estivi si pagano tutto l'anno. È molto raro invertire la rotta. Anche perché, molto probabilmente, i problemi non sono solo di natura tecnico tattica, ma anche di spogliatoio. È un'utopia credere che, con un altro esonero, le cose possano andare meglio e che si possa raggiungere un'insperata qualificazione Champions League.

Esonerare anche Mazzarri, non darebbe un bel segnale. Non sarebbe da club solido come lo è il Napoli. Stipendiare un terzo allenatore non si sa per quale obiettivo sarebbe un segnale di navigazione a vista, tutto dettato dal momento storico che si vive, senza percezione alcuna della realtà, del passato, del prossimo futuro.

Un club con le idee chiare, finanziariamente valido, attende con ansia il mese di maggio e già da subito programma la prossima stagione. A meno che l'allenatore scelto, in caso di esonero del toscano, non sia quello che siederà sulla panchina azzurra per il prossimo triennio, almeno. In caso contrario, la fotografia racconterà di una società in preda ad una crisi di nervi.

Chi scrive era contrario all'esonero di Garcia per un traghettatore. Non ci sta nulla da traghettare. Il Napoli si calmi, ragioni con vision come ha sempre fatto. Non creda mai più di essere un top team perché non lo è. E forse mai lo sarà. Lo dice la storia ed il fatturato. Faccia in grande quello che alcuni club di A (e non solo) fanno in piccolo. Ritorni presto alla sua politica che l'ha reso campione. Che ha messo in seria difficoltà tutti i club plurititolati sull'orlo di una crisi economica e che solo per via di regole assurde e di manager incapaci sono ancora in vita.

Rivoluzioni. Sempre. Come sempre ha fatto, migliorando tutto il contesto anche quando la piazza credeva che l'era Adl fosse finita. Ma tutto questo si fa in estate, non certo con un traghettatore di due mesi. Sarebbe un'altra azione esattamente contraria alla politica societaria.