Finalmente ci siamo. Torna il fascino delle notti Champions, con il Napoli che per 90’ dovrà riporre nel cassetto il sogno scudetto per onorare al meglio questa prestigiosa competizione. Gli azzurri scenderanno in campo per l’andata degli ottavi di finale (ritorno previsto il 15 marzo al Maradona): appuntamento di grande fascino in Germania, avversario di turno l’Eintracht Francoforte. Si tenterà l’impresa di raggiungere i quarti di finale di Champions per la prima volta nella storia partenopea: un obiettivo a cui anche il presidente Aurelio De Laurentiis tiene tanto.

Cosa ha preparato il Napoli

Mister Luciano Spalletti, con l’aiuto di tutto lo staff e dei match analyst, ha studiato nei dettagli la compagine tedesca allenata dall’austriaco Oliver Glasner (sesta in classifica nella Bundesliga). Gli spunti su cui preparare il match sono stati tanti: in primis si è notato che è una squadra che fa dell’intensità il proprio credo calcistico. I tedeschi non disdegnano di andare in pressing uomo contro uomo nella metà campo avversaria con notevole aggressività, soprattutto quando sono in svantaggio in termini di risultato. Un atteggiamento di gioco che il Napoli di Spalletti preferisce, perché ha tutte le qualità per uscirne con enorme pulizia. I dieci di movimento, in modo sincrono, si muovono e si orientano in campo seguendo il pallone e lo svolgimento dell’azione.

Il Francoforte è una squadra non molto fisica, che va in notevole sofferenza sui calci piazzati (circa il 30% dei gol subiti in stagione). Il Napoli ha lavorato davvero bene sotto quest’aspetto. Preparate tante situazioni diverse: tra queste anche il corner in movimento, per provare a smuovere lo scacchiere difensivo tedesco. La marcatura sui corner sarà ad uomo e si concentrerà tutta intorno alla zona del dischetto del rigore, che sarà presieduta dai calciatori meno strutturati della squadra. Gli azzurri proveranno a colpire anche in quel punto specifico. Sul primo palo, invece, si posizioneranno i due calciatori più alti che sono Kolo Muani e Ndicka.

Come giocano gli avversari

Il modulo di riferimento è il 3-4-2-1. In costruzione non c’è tanta qualità, in questo caso se il Napoli riuscirà ad effettuare un pressing sempre efficace, costringerà i tedeschi a proporre una sola giocata: il lancio lungo verso Kolo Muani da parte del portiere Trapp o del centro-sinistra Ndicka. In zona offensiva troviamo calciatori che si scambiano posizioni di continuo, per cercare di non dare punti di riferimento e per agevolare gli inserimenti dei centrocampisti. C’è il classe 2000 Lindstrom, calciatore molto dinamico, agile e tecnico, che gioca abitualmente più spostato sulla destra. Generoso anche in fase difensiva. Sulla sinistra troviamo il qualitativo Mario Gotze, mentre come prima punta, almeno sulla carta, agirà il francese Kolo Muani. Questo è un calciatore da tenere davvero sott’occhio, perché è bravo a svariare su tutto il versante di attacco. Lo si può trovare ovunque. Ha grande velocità ed attacca con cattiveria la profondità. In mezzo al campo la quantità di Sow e le capacità tecniche e di inserimento del giapponese Kamada. Occhio anche ai due laterali di fascia, che molto probabilmente saranno Max a sinistra e Knauff a destra: due pedine di ottima spinta.

Il 3-4-2-1 in fase di possesso, diventa 5-4-1 in fase di non possesso, con le scalate di Knauff e Max in aiuto del terzetto difensivo, e di Gotze e Lindstrom sulla linea dei centrocampisti. Molto spesso si abbassa anche Kolo Muani, sul lato sinistro, lasciando Gotze come unica punta. Il piano gara preparato da Spalletti ruota intorno alle criticità difensive individuate negli avversari. Ndicka, Tuta, uno tra Jakic (nato centrocampista) e Hasebe (soprattutto quest'ultimo), sono tutti calciatori che potrebbero soffrire maledettamente la velocità ed i continui scatti in profondità di Victor Osimhen. Proprio per questo il mister ha catechizzato i terzini, che dovranno essere bravi a posizionarsi dentro il campo, e gli interni di centrocampo Zielinski ed Anguissa: i loro movimenti saranno fondamentali per creare spazi ed attirare l’uscita (molto frequente quella del centro-destra Tuta), a turno, dei due braccetti di difesa. Un grande lavoro di preparazione da finalizzare con le cosiddette “pallate” di Mario Rui (giocata che sarà provata spesso), i lanci lunghi di Rrhamani (come fatto con il Sassuolo) e gli assist degli esterni (Kvaratskhelia su tutti), per innescare la velocità di Osimhen.