In un momento in cui il calcio italiano prova a reggersi in piedi, travolto dallo scossone provocato dall'ennesimo scandalo, a Napoli ci si interroga sul quando verrà annunciato l'esonero di Rudi Garcia, delegittimato dalle parole del presidente prima del repentino chiarimento con tanto di conferenza stampa al Konami Center.

Tanti i temi trattati da un Aurelio De Laurentiis ringalluzzito dalla situazione, lui che dopo essersi attribuito le responsabilità per gli eventuali errori di valutazione, ci ha tenuto a ribadire la ferma volontà di mettere in campo tutta la sua stoffa di comandante navigato e ricondurre il club, scosso dalla tormenta, in un porto sicuro.

Tanti i temi toccati dicevamo, in circa un'ora di intervista in cui, in pieno stile delaurentiano, è stato assoluto mattatore e ben disposto nell'accontentare la bramosa platea.

Diritti Tv: una storia che pare non interessare a nessuno

Eppure su media e social pare si sia parlato solo di Garcia, delle motivazioni estive che avevano portato sulla panchina azzurra il tecnico francese, le indiscrezioni che volevano Aurelio in contatto con Conte, gli addii di Spalletti e Giuntoli come anticamera di un disastro annunciato.

Nessun accenno all'annosa questione dei diritti tv, che a ogni quadriennio si presenta con offerte economiche sempre più scarne e una proposta inefficace a sostenere le nuove esigenze dello stadio virtuale.

Profetiche le parole del responsabile della comunicazione Nicola Lombardo: “Aurelio, domani di quanto dici non ce ne sarà traccia sui giornali, perchè qui sono interessati solo alla vicenda Garcia”.

Lui che questo ambiente lo bazzica da decenni, era ben consapevole del fatto che in pochi sono interessati ai grandi temi, quelli che potrebbero rilanciare il calcio, mentre la maggioranza preferisce rincorrere l'inciucio, il pettegolezzo, quel gossip pallonaro che fa vendere i giornali e sforna click nella rete.

Ma crediamo sia giusto parlarne, anche per ribadire, qualora ce ne fosse bisogno, l'assoluta risolutezza con il quale De Laurentiis, da imprenditore vero, sia fortemente impegnato nella ricerca di quelle modifiche per rendere il calcio non solo credibile, ma appetibile a un pubblico sempre più ampio. Non è la prima volta che ne parla e infatti ha ricordato come tre anni prima aveva condotto personalmente una ricerca, trovando addirittura una serie di accorgimenti che avrebbero permesso di arrivare a proposte di vendita con un giro d'affari superiore al miliardo e mezzo di euro, più del doppio della miseria alla quale oggi deve accontentarsi la Serie A.

Canale Tv della Serie A: perché non si può?

Si può dire che il canale tematico della Lega sia una sua intuizione, che oggi stuzzica anche altri presidenti, stanchi di doversi accontentare delle briciole e convinti che una gestione autonoma sia l'unica strada per incrementare i disastrati fatturati dei club.

“Perchè possiamo gestire la vendita dei biglietti dello stadio reale e poi appaltiamo ad altre aziende, che non danno il dovuto risalto al campionato, finendo per inserirlo in un'offerta che prevede cinema e altri sport, la fruizione dello stadio virtuale?”

Una domanda più che lecita e che negli anni è rimasta inevasa, con le squadre di A propense ad accettare l'elemosina per campare, svilendo di fatto quello che per decenni era stato il campionato più ricco e attrattivo del mondo.

Una visione moderna, all'avanguardia, di come dovrebbe essere il calcio in TV, che si deve basare su studi analitici fondati sul CRM (customer relationship management), sul provare ad avvicinare i giovani, i tifosi del futuro, al calcio e quindi organizzare la programmazione televisiva e finanche gli orari per permettere anche ai più piccoli di guardare le partite.

La strategia di De Laurentiis per risollevare la Serie A

Sfruttare influencer e VIP per pubblicizzare i match, alimentare l'hype, rendere le partite eventi che richiamano le masse, insomma: creare attesa per poi rilasciare al consumatore finale un prodotto che non sia solo il frutto di novanta minuti passati a calciare un pallone sul rettangolo verde.

Pensieri e parole che forse cozzano con la visione nostalgica e romantica del gioco del calcio, ma anche la naturale evoluzione di uno sport che non può pensare di crescere se resta ancorato a concetti superati e se soprattutto non raccoglie nuovi seguaci.

Anche gli spettacoli musicali con Dj set e cantanti, che da un po' aprono le partite al DAM, seguono la necessità di aumentare il servizio offerto alle nuove leve del tifo.

Ma, come detto, di queste iniziative, della necessità di scuotere le vetuste fondamenta di quello che una volta era il glorioso campionato italiano, non interessa a quella parte di stampa che tratta i propri lettori come una comitiva di anziane di paese, propinando falsi scoop e una qualità editoriale sempre più bassa.

Prima o poi si arriverà al punto di non ritorno, quando la mancanza di giudizio e visione strategica retrocederanno il nostro campionato alle spalle di quello statunitense o saudita. È solo questione di tempo, ma ricordiamoci che De Laurentiis, il visionario, ci aveva avvertiti.


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