"Babbo svegliati! Corri ti prego. Vieni di là, c’è una riga sotto il televisore dove sta scritto che il Napoli ha comprato Maradona"

Ognuno di noi ha il proprio ricordo, quantomeno chi ha vissuto quella meravigliosa e indimenticabile generazione. Il ricordo di quando svegliai il mio papà dal primo sonno dopo una stancante giornata di mare resterà sempre scolpito nel mio cuore.

Stanchi, assonnati, con delle leggere scottature da sole che picchiettavano sulle spalle ad irritarci la pelle. Ma impavidi. Increduli, per quanto stavamo assistendo. Passammo almeno un paio d’ore ad ascoltare notizie e video su quanto passò sulle tv locali, con le nostre speranze che trasudavano a destra e a manca e che iniziarono a rimbalzare da un lato all’altro della casa su quel Napoli che, da lì in poi, si sarebbe poi realizzato.

L'annuncio

Una traccia del mio passato che custodirò sempre gelosamente perché non avrà eguali. Irripetibile. Incancellabile.

Scena cinematografica tratta dal film “È stata la mano di Dio”

Quell’annuncio cambiò inevitabilmente il destino di una città e del suo popolo tellurico che arricchisce la sua passione in una striscia di terra tra il mare e il suo Vulcano. Qui dove il sacro ’pippea ' e ci si spella le mani alla vista del talento, e che per cotanta grandezza ci se ne infischia delle somme tirate.

Diego e Napoli

Napoli è stata il Pantheon che ha accolto Diego come la propria divinità, un rapporto magico, metafisico, ai limiti dell’incredibile. Il destino di un uomo che si incrociò con la città più geniale, contraddittoria e imprevedibile d’Italia, la stessa che ha tratto linfa da suo spirito contestatore.

L’uomo che seppe rivendicare anche le sue battaglie personali. Storiche, politiche. L’uomo a cui bastò poco più di quattro minuti per imporsi con “lesa maestà”, una combine di lesta furbizia e geometrie incomparabili capaci di fargli cavalcare le leggiadre onde dell’onnipotenza.

Argentina - Inghilterra 2-1, campionato mondiale Messico 1986

L’uomo che l’impossibile rese possibile, colui che disegnò l’impressionante parabola che sfidò e abbattè le leggi della fisica. Lo stargate del calcio. Non nell’immaginario, bensì in carne ed ossa.

Napoli vs. Juventus 1-0, 3 novembre 1985

Diego ha segnato le nostre vite, le sue gesta non furono solo meraviglia da ammirare sul campo di gioco, ma anche il poterne apprezzare della nobiltà d’animo che prodigò per la Napoli meno abbiente.

Per chi chiedesse aiuto ha saputo sempre ascoltare, tendendo la mano (e portafogli) ad una città ancora spaccata in due, alle prese con i disagi e i tumulti che scaturirono dal terremoto irpino del 1980 e che ancora tentava di uscire fuori indenne da quelle ceneri.

Eventi di beneficienza o soldi non facevano differenza per chi come lui ha trascorso l’adolescenza in un borgo di provincia, condividendo vitto e alloggio con 7 fratelli, oltre a mamma Dalma e papà Don Diego.

https://youtu.be/AerX6_bduG0?si=Ds02vnRzvNJ8gzoZ
Intervista Massimo Vignati, curatore del Museo Maradona. Iscriviti al nostro canale YouTube.

Un dono del cielo

Da quel 25 novembre non ho più parlato di te, anzi, se ne ho il sentore mi allontano di proposito; non riuscirei a sostenere l’argomento, l’emozione prenderebbe il comando, lasciandosi cullare per poi prendere il sopravvento.

Ma il tuo ricordo riaffiora in ogni dove, attraverso un’immagine, una canzone o un video che si pregi della tua presenza. Ti ho sfiorato ma non ti ho mai conosciuto. Ti ho osservato. Ti ho vissuto. Ti ho amato.

Campionato mondiale Under-20, Giappone 1979

Hai portato con te un pezzo della mia gioventù, una parte dei miei sogni. Un pezzo della mia vita che vanterò sempre di aver posseduto.

Grazie per averci insegnato che non siamo subalterni a nessuno, a camminare a petto in fuori. A testa alta, Per aver rappresentato la ribellione al potere costituito e aver dato vita alla nostra rivoluzione.

Per lo stupore, la fantasia, le emozioni che mi hai regalato. Per la capacità di avermi fatto vedere il mondo attraverso gli occhi di un bambino. Per aver dipinto il mio cuore e averlo reso colmo d’amore.

Grazie, mio invincibile supereroe.