Il mercato di gennaio del Napoli, al momento, resta accolto nel mistero e nella confusione. Dapprima, perché De Laurentiis dichiarò di fare almeno tre quattro acquisti, poi perché, quasi alla metà del mese, è arrivato solo Mazzocchi. Cosa è successo nel frattempo? Un brusco ripensamento da parte della presidenza?

E meno male. Spandere a gennaio non sarebbe servito a nulla: il Napoli ha la cifra tecnica non solo per entrare agevolmente tra le prime quattro, ma anche per stare soltanto dietro l’Inter. Ciò che manca agli azzurri, dal post Spalletti, è proprio qualcuno capace di saperli mettere bene in campo e, meglio ancora, gli dica cosa fare per vincere le partite.

Gli eventuali milioni spesi a gennaio sarebbero stata soltanto benzina sul fuoco. La stagione, oramai, è compromessa. Si deve puntare a salvare i salvabile, ma senza mettersi nelle condizioni di ritrovarsi poi a giugno con calciatori inutili per il futuro tecnico. Basti pensare, infatti, a Diego Demme e ai 12 milioni spesi in quel mercato di riparazione: il tedesco è stato titolare solo con Gattuso, praticamente per 18 mesi su 60 di contratto. Un investimento, visto poi come sono andati a finire gli anni sotto la sua gestione, inutile. Quindi è normale, oltre che logico, cercare di minimizzare le spese adesso in cerca di calciatori comunque funzionali, seppur non appetibili per la piazza. Se ne fregasse, tanto la piazza gli è quasi sempre stata contro.

Il discorso sarebbe stato diverso qualora De Laurentiis avesse accettato la proposta di Igor Tudor. Anticipare adesso qualche calciatore, pagandolo anche abbastanza, per un allenatore che comunque sarà in panchina il prossimo anno sarebbe stato giusto. Ma Mazzarri andrà via, insieme a mezza rosa.

De Laurentiis salvi il salvabile e continui a fare De Laurentiis. Al resto, ci penseremo la prossima estate. Magari con un organigramma più folto che riesca a consigliarlo meglio di quanto fatto in pectore quest’anno.