Quando un'azienda commette errori, li paga. Ed il Napoli gli errori li ha pagati non qualificandosi alle coppe europee. Han pagato tutti, proprietà, tre allenatori ed anche altre figure societarie. Poi ci sono i giocatori, che naturalmente hanno visto svalutare il costo del loro cartellino e diminuire le opporunità di mercato.

L'età media della rosa è abbastanza alta. Una delle più alte mai registrate nell'era De Laurentiis. È evidente, quindi, che se si vuole rivoluzionare la rosa, anche solo parzialmente, il Napoli deve necessariamente mttere in conto di poter perdere qualche milione dalle cessioni. Deve essere disposto a farlo.

Un vecchio detto recita che quando si è martello si batte, quando invece si è incudine no. Oggi il club di Aurelio De Laurentiis, nonostante la figura di Antonio Conte, non è martello.

A meno che la strategia aziendale non sia totalmente cambiata rispetto a pochi mesi fa e la nuova intenzione è quella di recuperare più calciatori possibili in rosa, ponendo tutte le speranze nelle capacità certificate del tecnico leccese.

Ma il Napoli deve comunque camminare sulle proprie gambe. Per tale motivo accogliamo con molto scetticismo, per non dire tristezza, i nomi che vengono accostati da radio calcio mercato (da cui si esclude Rafa Marin). Profili che hanno poco o nulla in comune con quello che è stato il modello gestionale che ha contraddistnto il club negli ultimi 19 anni.

Sembra come ci fosse stato un buco nero lo scorso anno, un terremoto i cui cocci sono ancora da raccogliere. Conseguenze che vanno bel oltre il decimo posto in classifica: contratti rinnovati senza apparente motivo, verticalità di stipendi che ha creato diatribe interne e lavoro nullo in fase di mercato del futuro.

Perché facciamo fatica a credere che l'arrivo di Conte abbia totalmente cambiato la filosofia aziendale in 20 giorni. Se fosse così, non concordiamo nemmeno un pó. Perché il Napoli dovrà avere futuro anche quando il ciclo Conte finirà. Così fan tutti in Europa ed il Napoli è stato un precursore su questo. Ma le notizie che arrivano (su tutte Khephren Thuram alla Juventus dopo che il Napoli l'ha toccato con mano) non sono certo lusinghiere. E, sinceramente, preoccupano un po'.

Il Napoli con Conte ha iniziato una nuova fase, ha dimostrato con forza di non essere in declino agendo da vero top team. Ma non può, in questo scenario, modificare il suo DNA. Ma se, ad esempio, vuoi recuperare Zambo Anguissa e lasciare Thuram agli altri, la questione si fa pericolosa. Il mercato dirà cosa vorrà essere il Napoli. Di che pasta sarà la new era un anno dopo.

https://youtu.be/4qWWzUcNvx8?si=t5Tzhbs_ryrFSAKd
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