Per il Napoli è arrivato il momento di fare un mercato da cafoni. Chi scrive è un accanito fan del bilancio, ma a questo giro l'equilibrio dei conti non dovrebbe rappresentare la sola linea guida di questa sessione estiva.

A parità di regole, gli azzurri hanno una disponibilità economica superiore a Juventus, Inter e Milan messe insieme. Se dovessero riuscire a vendere Osimhen, questa condizione raddoppierebbe.

L'ingaggio di Antonio Conte e dei suoi magnifici dodici capeggiati dal Chuck Norris del Lago di Como, al secolo Lele Oriali, rappresenta una dichiarazione d'intenti inequivocabile da parte di Aurelio De Laurentiis. Anche l'arrivo immediato di Alessandro Buongiorno, Rafa Marin e Leonardo Spinazzola sono un inizio coerente con la strategia individuata dal club.

Ma, a naso, non basta. Occorre mantenere il ritmo per non rischiare di subire il lato oscuro dell'effetto Conte. L'unico modo che ha il club di non finire nel trappolone delle controindicazioni che il tecnico porta con sé è quello di annullargli ogni possibile alibi. E devi vedere se basta.

Essere cafoni è diventata un'esigenza del club. In entrata e va bene, ma soprattutto in uscita. I tempi stringono e "quello che si deve buttare, va buttato". Le parole di Conte hanno un significato chiarissimo: inutile cercare di strappare il milioncino oppure la formula più adatta possibile alle proprie esigenze. L'obiettivo è liberare spazio senza farsi rapire dall'adrenalina del trattare a oltranza.

Dovrà essere bravissimo Giovanni Manna: l'uomo di mezzo. Il nuovo Ds, alla sua prima esperienza da titolare del ruolo, è chiamato alla titanica impresa di trovare un equilibrio tra due uomini che prendono fuoco in un lampo.

Può però giocarsi un jolly importante: ricordare al presidente che Antonio Conte ha un contratto di 3 anni a così tanti milioni di euro che forse vale la pena lasciare andare gli esclusi senza l'ambizione di fare l'affare del secolo.

Il calciomercato, nella sua totalità, è ancora lungo, ma è suddiviso in capitoli brevi e in ognuno di essi compaiono target che possono essere centrati solo se la macchina decisionale è in grado di sviluppare soluzioni immediate, istintive.

Il Napoli ha l'obbligo, per la prima volta in 19 anni, di sprigionare sul mercato tutta la potenza possibile. Se ne faccia una ragione anche l'amministratore delegato Andrea Chiavelli. Hanno voluto la bicicletta? Ora pedalino.

https://youtu.be/A8fERt5QHF4?si=nXbYED28Xx0PmCqp
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