Abbiamo subito la scorsa stagione 48 gol in 38 gare di campionato, chiudendo con la decima difesa del campionato, e di conseguenza decimi in classifica, qualcosa va ovviamente cambiato”.

Così ha commentato Antonio Conte alla prima, e finora unica, apparizione pubblica da allenatore del Napoli, nella conferenza di presentazione accanto al presidente De Laurentiis. 

L'addio di un pilastro

L’addio di Kim e la mancata sostituzione ha fatto sprofondare il Napoli in un disastro difensivo dopo l’altro, con un Rrahmani incapace di guidare la linea difensiva. Le richieste del nuovo allenatore però, sono state subito accolte, infatti quello che è stato uno dei difensori per rendimento migliori delle ultime due stagioni di Serie A, è ufficialmente un calciatore della squadra azzurra. Stiamo parlando di Alessandro Buongiorno, centrale del Torino classe 1999, con un affare in dirittura d’arrivo per una cifra vicina ai 40 milioni di euro, bonus compresi.

La carriera

Buongiorno cresce sportivamente nel settore giovanile del Torino, fino a quando non viene aggregato, nella stagione 2017-18, alla prima squadra, con cui esordisce in Serie A a soli 18 anni. I successivi due anni sono caratterizzati da prestiti tra Carpi e Trapani, seguendo in entrambe le esperienze Castori, con cui però retrocederà in ambedue i casi. 

Torna così al Torino, con cui rinnova fino al 2024, ma è la stagione 2021/22 ad esaltarne le qualità con Juric in panchina, che lo sceglie per un ruolo nella sua difesa a tre, di cui poi, diventerà protagonista assoluto. La stagione 2022/23 è costellata di prime volte, dalla fascia di capitano al primo gol in Serie A, per poi rinnovare fino al 2028.  

Il campionato appena trascorso è stata la vetrina per confermarne le doti già messe in mostra in precedenza, consacrando il giocatore per un palcoscenico di maggiore spessore: ed ecco che arriva il Napoli, con Antonio Conte alla porta.

Caratteristiche

Buongiorno pare per caratteristiche essere esattamente l’erede di Kim, il colpo (con un anno in ritardo) perfetto per sostituire il coreano. Caratteristiche fisiche simili, 194 cm per 86 Kg, un fisico imponente ma bilanciato in modo da non ostacolargli movimenti e rapidità nel breve, e soprattutto nel lungo. Infatti sono in particolare le caratteristiche tecniche a ricordare l’attuale difensore del Bayern Monaco, e partiamo proprio dalla capacità di recuperare posizione partendo alto sulla linea.

Statistiche

Il problema difensivo principale del Napoli quest’anno è stato proprio questo: ri-posizionamento dei propri centrali, o attendisti e, di conseguenza, schiacciati in area, o alti e lenti nel tornare. Buongiorno è esattamente il difensore adatto a queste situazioni di gioco, rapido nei movimenti e nella corsa all’indietro, senso della posizione e fattore fondamentale per un centrale, senso del pericolo, da qui nascono i 2.4 recuperi di media sugli avversari, primo in Serie A.

Pregi e migliorie da apportare

Inoltre i miglioramenti del giocatore sono evidenti da stagione a stagione, quest’anno infatti chiude col 58% di contrasti vinti a terra (+10%), mantenendo alto il numero dei duelli aerei in cui ha avuto la meglio (57%), infatti - ed Osimhen ne sa qualcosa - l’altra sua caratteristica importante, oltre alla rapidità nel riposizionarsi, è quella di attaccarsi sin da subito all’uomo e anche sfruttando il fisico al limite della legalità, cercare di anticiparlo togliendo il tempo e alzandosi a centrocampo per venirlo a prendere. 
Da limare la sua aggressività in uno vs uno, 2.4 falli in media è un dato piuttosto alto per un centrale difensivo, giustificati comunque dal suo stile di gioco, mai attendista ma improntato all’entrata quando viene puntato, non a caso è raro che venga saltato, sono 0.3 i dribbling subiti per partita, ostacolo invalicabile per gli attacchi avversari.

Da Juric a Conte il passo è breve?

Per quanto riguarda la costruzione Juric non ha mai affidato particolari compiti ai centrali difensivi, e la sensazione è che se la coppia dovesse essere Rrahmani-Buongiorno, anche al Napoli l’impostazione toccherà al compagno di reparto, con il nazionale italiano nell’incidere e fare la differenza in fase di non possesso, dove a Torino ha contributo ad una stagione da 14 porte inviolate. E allora chi meglio di lui per cancellare quel dato citato inizialmente, e ripartire da qui: da fondamenta solide, per poi costruire qualcosa di importante.