Contro l’Autonomia differenziata si mobilitano le Regioni del Pd. Ne servono 5 per chiedere il referendum abrogativo che chiami i cittadini a esprimersi sul regionalismo in salsa leghista.

“Porteremo la richiesta di referendum nei consigli delle Regioni in cui governiamo”, ha annunciato ieri la segretaria dem Elly Schlein.

Si muove anche la regione Campania

E la Campania guidata da Vincenzo De Luca ha già convocato per lunedì 8 luglio il consiglio regionale per approvare la delibera con la richiesta di indizione del referendum. La strada del voto popolare che cancelli quella che il centrosinistra definisce “legge Spacca-Italia”, non è l’unica percorribile. L’altra è il ricorso alla Corte costituzionale da parte di una o più Regioni. Il governatore ha già fatto sapere di valutare con favore entrambe le opzioni.

Intanto il pressing dal Nazareno punta a portare a casa l’obiettivo della consultazione popolare: più facile mettere intorno al tavolo 5 presidenti di Regione piuttosto che raccogliere 500mila firme sotto il sole d’estate. Anche perché 5 governatori a trazione dem ci sono.

De Luca è in contatto telefonico in queste ore con i colleghi di Emilia Romagna (Stefano Bonaccini), Toscana (Eugenio Giani), Sardegna (Alessandra Todde) e Puglia (Michele Emiliano). Nei prossimi giorni potrebbero incontrarsi, far nascere un coordinamento per stabilire la migliore strategia di contrasto alla legge Calderoli.

E De Luca, che cerca da mesi la ribalta contro il governo su Autonomia e blocco dei fondi Fsc, ora non può che sedersi al tavolo invocato dalla sua, tanto avversata, segretaria nazionale.

Nell’ultima diretta Facebook di venerdì, il governatore aveva lanciato una delle sue provocazioni: “Chiederemo anche noi un incontro al governo, anche per non lasciare soli gli amici di Lombardia, Veneto, Emilia. Noi vogliamo la burocrazia zero, che è l’opposto dell’Autonomia. Vogliamo definire nuovi poteri amministrativi da affidare alle Regioni su Zona economica speciale, pareri ambientali, piani paesaggistici, porti, impianti energetici”.

La sinergia tra le regioni

Se la delibera per il referendum abrogativo sarà approvata dal consiglio regionale, verrà dato mandato al presidente dell’aula Gennaro Oliviero di comunicare la le altre Regioni, con “l’invito all’adozione di un uguale atto affinché si possa dare seguito all’iniziativa referendaria”.

E alla vigilia dell’appuntamento con l’aula, il presidente Oliviero fa sapere: “Affrontiamo il consiglio regionale straordinario con lo spirito di un imperativo morale. Ce lo chiedono i tanti cittadini della Campania e del Sud Italia, così come tantissime associazioni”.

Alla delibera sul referendum proposta da Pd, deluchiani e gruppi della maggioranza, si uniscono anche i tre consiglieri di opposizione del Movimento 5 stelle in Regione: “L’Autonomia è una secessione che si può contrastare solo con l’impegno attivo di tutti”.

Anche il sindaco Manfredi favorevole al referendum

Ieri anche il sindaco Gaetano Manfredi ha benedetto il referendum contro il regionalismo: “Penso che l’idea che si possano esprimere i cittadini sia molto positiva. È una legge che impatta significativamente sul futuro del paese, ma anche sul modo di vivere dei cittadini. Quindi è importante che i cittadini si possano esprimere. Oltre al problema dei divari, che sicuramente è un problema che esiste, quello che più mi preoccupa è questa eccessiva frammentazione delle competenze, soprattutto in settori strategici”.

Per la senatrice napoletana del Pd Valeria Valente è “giusto e indispensabile che si esprimano le cittadine e cittadini”.

E il deputato napoletano del Pd Marco Sarracino, responsabile Sud nella segreteria di Schlein, insieme al collega Alessandro Alfieri, responsabile dem delle riforme, va all’attacco della destra al governo: “Mentre si delinea sempre con maggiore forza il percorso di ricorso al referendum abrogativo da parte delle regioni governate dal centrosinistra, che apprezziamo per lo sforzo istituzionale in difesa della coesione e dell’unità nazionale, la maggioranza rischia di saltare in aria dopo aver digerito il boccone amaro di Salvini”.

Il riferimento è all’altolà del ministro Nello Musumeci sulla fuga avanti del governatore leghista del Veneto Luca Zaia, che nelle ultime ore ha avanzato l’ipotesi di un gemellaggio con una Regione del Sud per far partire l’autonomia.