Viene definita la "manovra a tenaglia", l'iniziativa presa dal presidente della regione Campania Vincenzo De Luca, contro la riforma entrata in vigore recentemente. (https://www.napolinetwork.com/autonomia-differenziata-e-legge/).

Dopo aver battuto per mesi la strada dello scontro pubblico e mediatico contro la riforma dell’Autonomia differenziata, il governatore della Campania sta lavorando alla nuova strategia da mettere in campo ora che il nuovo modello di regionalismo fortemente voluto dalla Lega con il sostegno della premier Giorgia Meloni è diventato legge.

La strada si muove su due binari: il primo è il referendum abrogativo sul quale si stanno impegnando proprio in queste ore i leader dell’opposizione e anche Matteo Renzi, l'altro invece è rappresentato dal ricorso che la regione Campania ha presentato alla Corte Costituzionale. Eventuali aggiornamenti verranno pubblicati sul sito web della regione Campania: https://www.regione.campania.it/

Regionalismo differenziato: una linea divisoria per l'Italia?

“Chi è ricco sarà più ricco, chi è povero sarà maledetto nei secoli dei secoli” - sono le parole del presidente De Luca ai microfoni dei giornalisti, sull'idea che ha della legge sull'autonomia differenziata.

«Ben 5 anni fa, Vincenzo De Luca aveva consegnato a un governo di diverso colore politico, una lettera di formale richiesta di adesione all’Autonomia differenziata. Come emergerà in maniera chiara anche da una veloce lettura del documento, la richiesta del presidente della Campania - unico tra i presidenti di Regione del Mezzogiorno - fu tanto convinta da non essere condizionata nemmeno alla preventiva attuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni» - sono le parole del consigliere regionale della Lega Severino Nappi - contestando che la regione Campania richiese l'autonomia del 2019.

La risposta dell'opposizione, dal Palazzo Santa Lucia, è la seguente: "Si trattava di uno schema completamente diverso da quello propugnato dalla Lega e approvato dal Parlamento: non un regionalismo differenziato - che secondo De Luca, il Pd e i 5 Stelle - rischia di «spaccare il Paese», ma una «proposta di semplificazione e decentramento delle competenze», ad esempio in tema di pareri ambientali, impianti energetici, piani paesaggistici ed edilizi, portualità, da prevedere «a Costituzione invariata»".