Dopo l’ok del Senato, la Camera ha dato il via libera definitivo al ddl Calderoli con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto. Il testo, in 11 articoli, definisce le procedure legislative e amministrative per definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l'autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento. Una notizia di cui si parlerà per molto, che sorpasserà alla gran lunga le notizie sulle Europee di cui si è discusso fino a poco tempo fa (https://www.napolinetwork.com/elezioni-europee-classifica-dei-piu-votati/#google_vignette).

Autonomia differenziata: di cosa si tratta

L'autonomia differenziata è un principio introdotto dalla riforma del Titolo V della Costituzione italiana nel 2001, che consente alle regioni a statuto ordinario di richiedere maggiori competenze e responsabilità in alcune materie rispetto a quelle previste normalmente. Questo principio mira a riconoscere le diverse esigenze e peculiarità delle regioni italiane, permettendo loro di gestire autonomamente settori specifici quali istruzione, sanità, ambiente, e infrastrutture, tra gli altri. Ulteriori informazioni sull'attuazione di quest'ultima, sono state pubblicate in data 19 giugno 2024 sul sito https://temi.camera.it/leg19/temi/19_tl18_regioni_e_finanza_regionale.html.

Procedura di Attuazione

 “Si stabilisce che l'atto di iniziativa sia preso dalla Regione interessata, sentiti gli enti locali, secondo le modalità previste nell'ambito della propria autonomia statutaria. L'iniziativa di ciascuna Regione può riguardare la richiesta di autonomia in una o più materie o ambiti di materie e le relative funzioni. Segue il negoziato tra il governo e la Regione per la definizione di uno schema di intesa preliminare” - è quanto si legge all'interno del testo, in cui traspare la necessità che la richiesta di autonomia deve essere effettuata dalla stessa regione, una volta sentiti gli enti. Quest'ultima va divisa in tre principali step:

  1. Richiesta di Autonomia: Una regione interessata presenta una richiesta formale al Governo italiano per ottenere competenze aggiuntive in determinate materie.
  2. Trattativa: Segue una fase di trattativa tra la regione e il Governo, dove vengono definite le specifiche competenze da trasferire e le risorse finanziarie necessarie.
  3. Intesa: Una volta raggiunto un accordo, viene stipulata un'intesa che deve essere approvata dal Consiglio regionale e dal Parlamento con una legge statale.

Le materie

Le materie in cui le regioni possono richiedere maggiore autonomia comprendono, ma non sono limitate a:

  • Istruzione
  • Sanità
  • Protezione civile
  • Ambiente e beni culturali
  • Trasporti e infrastrutture
  • Politiche del lavoro
  • Sviluppo economico

Come tutte le leggi, presenta Pro e Contro, i quali sono facilmente intuibili dalle modalità in cui si è presentata e dalle conseguenze che l'Autonomia Differenziata, avrà sul piano nazionale:

Vantaggi:

  • Migliore Adattamento alle Esigenze Locali: Le regioni possono adottare politiche più adatte alle specifiche necessità e peculiarità locali.
  • Maggior Efficienza: La gestione autonoma può portare a una maggiore efficienza amministrativa e a una migliore allocazione delle risorse.

Svantaggi:

  • Disuguaglianze Regionali: L'autonomia differenziata potrebbe aumentare le disparità tra le regioni più ricche e quelle meno sviluppate.
  • Complicazioni Amministrative: La decentralizzazione delle competenze potrebbe creare complessità amministrative e difficoltà di coordinamento con il Governo centrale

La cabina di regia

Il testo prevede una cabina di regia, composta da tutti i ministri competenti, la quale dovrà provvedere ad una ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e all'individuazione delle materie o ambiti di materie riferibili ai Lep (Livelli essenziali di prestazione) sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale.