Buona la prima per Walter Mazzarri sulla panchina azzurra, 3 punti pesantissimi ottenuti sul campo dell’Atalanta nel match vinto per 1-2 con il gol decisivo, come lo fu lo scorso anno, di Eljif Elmas. Vittoria pesante sia per il morale, data la difficoltà dell’impegno e il momento da cui arrivano i partenopei, e sia per la classifica, Atalanta che infatti dopo questa sconfitta si trova a -4 proprio dal Napoli, che invece conferma il quarto posto allungando sulle inseguitrici e rimanendo in scia al Milan in terza posizione. Andiamo ora ad analizzare il match attraverso i numeri dei protagonisti in campo.

Atalanta-Napoli: lo schieramento tattico

Mazzarri non rivoluziona, ma anzi, si affida alle certezze per questo esordio, 433 per il tecnico toscano: tra i pali Gollini; linea difensiva a quattro con Olivera, Natan, Rrahmani e Di Lorenzo; a centrocampo gli inamovibili Anguissa, Zielinski e Lobotka; tridente formato da Politano, Kvaratskhelia e Raspadori. In fase di possesso l’altezza del baricentro è di 55m, Lobotka rimane bloccato da vertice basso con le mezz’ali che si alzano ad aggredire le linee avversarie, esterni molto presenti a tutto campo, in particolare a sinistra, soprattutto dopo l’infortunio di Olivera, questo per facilitare il compito di Juan Jesus subentrato a sinistra. In fase difensiva la squadra si abbassa sui 46m, Juan Jesus si stringe a sinistra con Di Lorenzo leggermente avanzato rispetto alla linea difensiva, permettendo così di eseguire una sorta di difesa a tre con Jesus ad alternarsi con Natan come braccetto a sinistra.

3412 la scelta di Gasperini per questo match: in porta Carnesecchi; difesa a tre formata da Djimsiti centrale con al suo fianco Kolasinac e Scalvini; in mezzo al campo Pasalic con Ederson, sugli esterni Bakker e Zappacosta; sulla trequarti Koopmeiners, a supportare la coppia d’attacco formata da De Ketelaere e Lookman. In fase di costruzione la dea si alza sui 56m, Scalvini il centrale più avanzato ad occupare la posizione tra Zappacosta e Ederson sulla destra, Pasalic rimane basso davanti la difesa, in attacco De Ketelaere si allarga a destra con Koopmeiners più centrale al fianco di Lookman. In fase di non possesso squadra più bassa (46m), si abbassa Bakker a sinistra formando una linea a quattro, Zappacosta rimane alto, fino all’ingresso di Hateboer che invece interpreta il ruolo in modo più conservativo, andando talvolta a cinque dietro.

Atalanta-Napoli: i numeri del match

La partita si divide in due frazioni ben diverse tra loro, nella prima il Napoli domina, fisicamente e mentalmente entra subito nel match a differenza dei padroni di casa, mostrando grande scioltezza nel possesso, che è nettamente superiore nei primi 45’ (65%), la squadra di Gasperini non crea pericoli (0.24 xG), arrivando 2 volte alla conclusione in porta, nessuna occasione creata, e appena 124 passaggi riusciti (78%). Il Napoli nonostante il vantaggio con il colpo di testa di Kvaratskhelia può dirsi rammaricato per le tante chance avute, 1.71 xG, 8 conclusioni, 3 verso la porta, 3 grandi occasioni create, 255 passaggi riusciti (84%), e un gol annullato a Rrahmani per questioni di millimetri sulla linea del fuorigioco. Secondo tempo che racconta tutta un’altra storia, come sottolineato anche da Mazzarri nel post partita, il Napoli cala, soprattutto fisicamente, allungandosi e concedendo più spazio tra le linee ad una squadra che fa della verticalità la sua arma principale, il possesso dei padroni di casa passa al 53%, 0.75 xG, 12 conclusioni, 3 in porta e 2 occasioni da gol create, il Napoli al contrario si spegne, ma basta poco per riacciuffare il vantaggio in extremis approfittando di un’ingenuità avversaria e andando a segno con Elmas, servito perfettamente da Osimhen, i due che erano da poco subentrati proprio per cambiare l’inerzia del match.

I temi forniti da questo match sono diversi, c’era tanta curiosità nel vedere il nuovo Napoli di Mazzarri, e nel farlo contro un avversario così complicato, su un campo in cui quest’anno solo l’Inter era riuscita a vincere e segnare almeno una rete. Partiamo dalla fase di possesso, ed in particolare dal lavoro svolto a destra, Di Lorenzo e Anguissa sono finalmente tornati al loro livello e ciò non può essere e non è un caso, Mazzarri come aveva anticipato nei giorni scorsi, soprattutto in questa fase iniziale di conoscenza degli elementi a sua disposizione, cercherà di cambiare il meno possibile mettendo i giocatori a loro agio, conoscendo tra l’altro a memoria (come dice lui) il Napoli di Spalletti, e di fatto nella giornata di ieri alcuni meccanismi si sono rivisti, su tutti il triangolo a destra con il numero 99. Il camerunese con Garcia era posizionato sempre in posizione arretrata, al fianco di Lobotka in quello che, soprattutto negli ultimi match, era diventato un vero e proprio centrocampo a due, questa volta invece lo slovacco ha avuto più libertà disponendo dell’intera mediana, e Anguissa ha giocato da mezz’ala in pressione, aggredendo le linee avversarie proprio per evitare il baricentro alto dell’Atalanta, infatti appena Anguissa, nel secondo tempo, ha subito un calo, gli avversari hanno alzato la linea arrivando al 61% di possesso nella metà campo avversaria.

Anguissa:

La posizione così avanzata di Anguissa non aiuta solo in fase difensiva sporcando le linee di passaggio e non lasciando mai tranquilli i centrali avversari nell’uscita dal basso (come sul gol di Elmas), ma aiuta anche in costruzione togliendo responsabilità a Di Lorenzo, che infatti con un Anguissa più libero di spaziare sulla trequarti a destra, è riuscito a coprire anche la mezz’ala, non dando mai riferimenti agli avversari, ma soprattutto creando quel triangolo (con Politano) che fa in modo di non potersi mai trovare in inferiorità numerica, ma al contrario fa in modo di avere sempre uno scarico facile, con gli avversari a rincorrere. I numeri di Di Lorenzo non sono casuali, tornato nella sua comfort zone genera 2 occasioni, fornisce 1 assist, tocca 91 volte il pallone essendo molto più coinvolto, completa 44 passaggi (83%) e vince 8 contrasti (su 9), risultando tra i migliori in campo.

Altro giocatore determinante, che ha sicuramente visto un cambiamento nei compiti svolti e voluti dall’allenatore, è Jack Raspadori, da prima punta infatti ha agito soprattutto da trequartista, portandosi via un centrale dall’area e permettendo così a Kvaratskhelia e Zielinski di inserirsi con più facilità, o cambiare per Politano, lasciato in 1 vs 1 proprio grazie ai movimenti del numero 81, i suoi numeri sono da trequartista puro, 3 conclusioni, 2 dribbling riusciti, 36 tocchi, 74% di precisione, 2 passaggi chiave, 1 grande occasione creata.

Raspadori:

Anche la ricerca di Kvaratskhelia è risultata meno ossessiva rispetto al recente passato, il georgiano nel secondo tempo anche per via di una squadra più bassa con meno lucidità nel palleggio, è stato costretto a toccare diversi palloni per ripartire e alzare la linea, ma nel primo tempo è stato cercato con regolarità, senza però mandarlo in 1 vs 1 sul fondo in ogni occasione, ma con Zielinski o Politano in sovrapposizione dal lato opposto il 77 ha avuto sempre possibilità di scelta, quella che faceva fatica ad avere in un sistema Kvara-centrico in cui erano le sue giocate a fare la differenza e poco altro. Questo gli permette anche di essere più lucido in fase difensiva, occupando maggiormente la metà campo e rientrando come implicitamente chiesto anche da Mazzarri nella prima conferenza stampa da allenatore del Napoli, ed infatti sono arrivati 9 contrasti vinti, 2 salvataggi e 5 falli subiti.

Kvaratskhelia:

Due gli aspetti da sottolineare in fase difensiva: in primis il lavoro di Natan, è vero, Mazzarri è partito con la linea a quattro abbandonando apparentemente la difesa a tre, ma nel corso del match con un Di Lorenzo vecchio stile a fare la mezz’ala aggiunta e la presenza di Juan Jesus, il numero 3 ha agito praticamente da braccetto a sinistra, allargandosi in fase di possesso per dare lo scarico a Rrahmani lì vicino, e stringendo in fase difensiva (con Juan Jesus a supporto) per andare a creare densità dove l’Atalanta fa davvero male, con gli inserimenti dei suoi centrocampisti per vie centrali (come nel gol poi annullato a Pasalic), subito adattatosi a questi nuovi compiti (avendo in passato giocato da terzino sinistro) Natan ha sfoggiato una prestazione particolarmente convincente: 6 salvataggi, 1 intercetto, 1 dribbling subito, 4 contrasti vinti, 64 tocchi con l’80% di precisione.

Natan:

L’altro aspetto riguarda Lobotka, si è parlato tanto della posizione di Lobotka con Garcia in panchina, un giocatore che ha sempre fatto fatica nel portare palla e nello giocare a due, motivo per cui ieri si è tornati al vertice basso e allo scarico sugli esterni, con massimo due tocchi, ma una delle più grandi problematiche del recente Napoli era la lunghezza e l’eccessiva distanza fra i reparti che si veniva a creare, e che ieri si è vista ‘solamente’ a tratti nel secondo tempo, questo perché si sottovalutava l’importanza di Lobotka in interdizione, lo slovacco infatti era costretto a correre all’indietro e questo gli precludeva una delle sue caratteristiche migliori, la lettura in anticipo del gioco e l’Intercetto sulle linee di passaggio o negli 1 vs 1, ieri tornato da vertice basso isolato dalle due mezz’ali di fianco ha prodotto 9 contrasti vinti (su 12) e ha permesso una compattezza superiore, soprattutto nel primo tempo, mettendo in grande difficoltà uno dei giocatori migliori nell’inserimento del nostro campionato, ovvero Ederson.

Oltre agli aspetti tattici, che sicuramente hanno già visto un miglioramento, da sottolineare la voglia e il sorriso che è finalmente tornato sul volto dei giocatori del Napoli, il feeling come detto da Mazzarri è subito scattato, e a dimostrarlo la voglia di sacrificio e di lottare su ogni pallone messa in campo, dal primo all’ultimo minuto, concludendo poi con una delle immagini del match, il bacio di Kvaratskhelia al suo nuovo allenatore, a simboleggiare una squadra che finalmente pone fiducia nel proprio condottiero, e questo, al netto delle ancora tante migliorie da apportare sul campo, è già un grande e fondamentale punto di partenza.

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