Con la designazione di Simone Sozza per Inter-Napoli, ossia il big match della sedicesima giornata del Campionato di Serie A che si è fermato per cinquanta e passa giorni a causa del Mondiale Qatar 2022, l'AIA dimostra ancora una volta - laddove ci fosse mai stato bisogno di una controprova - di non riuscire quantomeno a provare di mettersi al di sopra di ogni sospetto. Di rendersi impeccabile, almeno una volta.

Beninteso: Sozza è di gran lunga il migliore tra gli arbitri per il sedicesimo turno. Tuttavia, il grandissimo errore dell'AIA in questa occasione, è stato quello di prestare il fianco alle critiche che, dalla sponda nerazzurra o partenopea, sicuramente nasceranno dopo l'ultima partita sottotono (che eufemismo, ndr) del fischietto di Seregno: Milan-Fiorentina 2-1 dello scorso 13 novembre 2022, quando le decisioni del giovane Sozza in occasione del rigore negato alla Fiorentina e, soprattutto, del gol convalidato al Milan allo scadere, hanno permesso proprio ai rossoneri di vivacchiare a -8 da un Napoli che, con pochissimi dubbi, avrebbe dovuto chiudere il ciclo pre-Mondiale con almeno 10 punti di vantaggio. E buonanotte a tutti.

Ma così non è stato, alla faccia del chiagni e fotti.

Un'assegnazione che ha il sapore di promozione

Lungi da noi voler mettere becco sulle discussioni arbitrali. Nessuno, qui in redazione, si permette di sindacare l'operato di un arbitro poiché nessuno ha conoscenze in materia. Ci limitiamo soltanto a raccogliere i pareri derivanti da suoi ex colleghi di tv e radio che, quasi all'unanimità, hanno bocciato la prestazione dell'arbitro in quella occasione. Ciononostante, alla vigilia del ritorno in campo nel Campionato di Serie A, questa designazione dell'AIA ha decisamente il sapore di una promozione. Promozione che, stando all'unanimità di critiche di cui prima, risulta alquanto stonata - per non dire inadeguata.

Ribadiamo: Sozza è di gran lunga il migliore degli arbitri schierabili, ma in questa occasione l'AIA avrebbe potuto giocarsi la carta di altri emergenti e pur bravi colleghi. Uno su tutti, Fourneau. Ma anche Maresca, Mariani o addirittura il figlio d'arte Ayroldi.

Chi oggi si erge a paladino della mentalità vincente e condanna i dubbi dei tifosi, preoccupato che il gruppo squadra possa assorbire negatività, ricordiamo che le critiche hanno un senso se fatte prima a palla ferma, non dopo a giochi fatti, e che avere paura che professionisti credibili come Spalletti possano farsi condizionare dall'ambiente, significa non aver capito l'upgrade fatto rispetto alle gestioni precedenti.

L'AIA non ha imparato a disinnescare

Nessuno vorrebbe essere nella posizione di Sozza. Se farà un errore a favore del Napoli, sarà attaccato di essere milanista dai parte degli interesti. Se farà un errore a favore dell'Inter, saranno i napoletani ad accusarlo di essere interista o milanista. Insomma, l'AIA ha cacciato il trentacinquenne di Seregno in una posizione di merda. Anziché proteggerlo, lo ha dato praticamente in pasto a tutto ciò che ne deriverà da Inter-Napoli, fottendosene come soltanto loro sanno fare. Senza farsi alcun problema del clamore e del clangore mediatico che potrebbe scatenarsi dopo questa importantissima, seppur non decisiva, partita.

Però una cosa importante l'ho imparata. [...] Saper disinnescare. [...] Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti.

Rocco (Marco Giallini) in Perfetti Sconosciuti, capolavoro del 2016 di Paolo Genovesi.

E con la designazione di Sozza, l'AIA non solo ha dimostrato di non stare un passo avanti, ma nemmeno di saper disinnescare, né tanto meno di aver capito come proteggersi e come proteggere i propri arbitri dai tifosi.