Secondo quanto si apprende dalle ultime notizie, la cessione di Kim avrebbe fruttato al Napoli circa 57 Milioni di Euro, anziché i 50 corrispondenti all’importo della clausola secondo quanto più volte dichiarato da più fonti di notizie.

Se ciò venisse confermato, vien quindi plausibile pensare che effettivamente la famosa percentuale sul fatturato del club acquirente fosse presente all’interno della definizione della clausola rescissoria da pagare per liberare il fortissimo difensore coreano.

Andando difatti a guardare il fatturato del club bavarese nell’ultimo bilancio dichiarato, si nota come esso corrisponda a 665 Milioni di euro circa. Ipotizzando dunque che De Laurentiis abbia fatto inserire una percentuale legata al fatturato dell’1%, si otterrebbero proprio quei 7 milioni che sono andati a maggiorare l’importo fisso della clausola. Un aumento assolutamente rilevante.

Il presidente una volta di più si dimostra un abile imprenditore ma, dato che la trattativa Osimhen è di forte attualità, ci sentiamo, nel nostro piccolo, di suggerirgli un’altra idea, prendendo spunto da alcuni semplici numeri.

Secondo quanto riportato, questi sono i fatturati delle top leghe europee: 7.1 Miliardi di euro per la Premiere League, 3.7 per la Liga, 3.4 per la Bundesliga, 2.4 per la Serie A, 1.8 per la Ligue One.

Ecco, l’idea sarebbe quella di legare la parte variabile della clausola rescissoria di Osimhen non al fatturato del singolo club che lo acquista, ma a quello della Lega in cui esso gioca.

Facciamo un esempio: immaginiamo che ADL fissi una clausola per Victor relativamente bassa: 100 milioni. Ad essa però aggiungiamo una parte variabile pari, per esempio, al 2 per mille del fatturato della Lega alla quale il club acquirente afferisce. Ciò significherebbe che se Osimhen andasse al Manchester United, l’importo totale sarebbere 100+14 milioni (pari al 2 per mille di 7 miliardi della Premier League). Qual è il vantaggio? Che tale importo sarebbe identico anche se il club acquirente fosse, per esempio, il Newcastle di turno che, pur avendo enormi disponibilità, ha ancora un fatturato basso.

Anzi, un’opzione ancora migliore sarebbe quella di inserire entrambe le percentuali, una legata al singolo club ed una legata alla Lega nazionale di afferenza. In tal modo ADL darebbe un prezzo sia al "blasone" della squadra acquirente sia a quello della Lega in cui essa gioca.

Insomma, ADL ha sdoganato una nuova frontiera per le clausole rescissorie, che tiene conto anche delle finanze del club che viene ad acquistare il giocatore. Ci sembra  giusto sfruttare al massimo questa via.