L’ex direttore sportivo del Napoli Mauro Meluso ha parlato in esclusiva a SPORTITALIA. Di seguito le sue parole.

Come accettare un ruolo così importante il 12 luglio 2023? “E’ vero, ma ero entusiasta della chiamata di De Laurentiis. Io abito a Teramo, nonostante sia calabrese. Mentre andavo in macchina in Abruzzo, pensavo ad andare nella squadra che aveva vinto lo Scudetto. Per responsabilità mia non sono riuscito a coglierla nel miglior modo possibile. L’esperienza è un valore aggiunto ma non è un asset, deriva dagli anni fatti”.

Il suo successore, Manna, è stato liberato molto tempo prima dalla scadenza di contratto “Ovviamente alcune sono cose riservate, non credo sia elegante rispondere su cose di una società per la quale non lavoro più. Io sono arrivato il 15 luglio, ma ovviamente, in situazioni dove si era già avanti in tanti aspetti. Il mio approccio era volto a portare le mie idee pian piano. Sono nel calcio da quando sono bambino, ora ho 59 anni, dunque il calcio lo conosco bene. Essendo entrato in una società che aveva appena vinto lo Scudetto, serviva tempo. L’ho avuto successivamente, ma non sono stato in grado di incidere facendo qualcosa di dirompente per farsi sentire e ascoltare. Questa è la mia responsabilità. A Lecce ho vinto due campionati, dalla C alla A, potendo lavorare da gennaio, sono stato lì quattro anni e programmando bene”.

Come è possibile che poi, in inverno, venga fatto saltare il banco con il mega contratto a Osimhen, calpestando tutte le situazioni precedenti? Dunque Zielinski e Kvara… “Fermo restando che, al di là dei patti di riservatezza, io sono riservato per natura. La cosa più urgente era Osimhen, che aveva il contratto in scadenza nel 2025. Era urgentissimo portarlo all’estate 2024 con due anni di contratto. Se non hai un contratto lungo, il giocatore perde valore. Sono le regole del mercato. E’ evidente che puoi creare delle disuguaglianze che possono incidere. Osi era riconosciuto universalmente come pedina più importante”.

Sulla Nazionale: “Ho sentito tante cose, si è parlato del semi-fallimento della Nazionale. La colpa nella preparazione fisica? Ho conosciuto Sinatti, preparatore atletico di livello mondiale. Non dobbiamo dimenticare che non ci siamo qualificati ai Mondiali per nostre deficenze e lacune, per non esser passati meritatamente. Questo deve farci riflettere: non nascono più i Del Piero e i Totti. Ho sentito una dichiarazione di Sticchi Damiani in Senato. Parlava di una lettera C della Legge Melandri, mai recepita. Un paragrafo che parla dell’incentivo economico alle società per i giocatori formati per 36 mesi (dai 15 ai 21 anni) nelle società di appartenenza. Solo quest’anno è stata recepita, andava applicata molto prima per l’investimento nei settori giovanili. Credo che bisognerebbe essere un po’ più radicali. Bisognerebbe concertare le istituzioni europee e gli Stati per far sì che, vista la specificità del calcio, siano messi dei paletti chiari. Per esempio, tutte le squadre professionistiche dovrebbero mettere cinque italiani in lista in ogni collettivo dei settori giovanili. Vista la necessità della creazione di un prodotto autoctono, questo è fondamentale. Quando vai a formare una rosa di A, devi avere quattro giocatori creati nel settore giovanile. Ma questo non basta: tutte le squadre devono investire nei settori giovanili con giocatori italiani”.

Su Natan: “Quando sono arrivato era già in arrivo. E’ un ottimo giocatore, credo che rientri nei sei-sette difensori che il Napoli terrà. Ha qualche richiesta”.

Sul mercato delle big: “Juve? Mi piacciono molto Todibo (uno dei migliori difensori in Europa) e Koopmeiners, con questi due acquisti la Juve farebbe un cambiamento radicale in positivo. E Motta mi piace moltissimo. Tanti cambi tecnici: Fonseca alla Roma l’ho apprezzato, pretende di determinare la gara comandando il gioco nella metà campo avversaria. Conte? Sicuramente avrà un buon impatto”.

Griglia Scudetto: “Lotteranno per lo Scudetto Inter, Napoli, Milan, Juve e Atalanta. Per il primo posto lotteranno queste cinque. L’Inter può aprire un ciclo, ma dipende come finirà il mercato. La Juve potrebbe fare un grosso salto in avanti con l’acquisto di Todibo e Koopmeiners, inserendosi appieno nella corsa. Lo stesso vale per il Napoli, che deve completare ancora la squadra”.